Roger e Elisabetta lavorano con OM in Piemonte ad Asti e dintorni. Uno dei loro ministeri è andare nelle case di riposo della zona per condividere il Vangelo con gli anziani. “E' un ministero molto bello, perché le persone anziane sono molto aperte. Sanno che si stanno avvicinando alla morte e ci riflettono.”
Abbiamo un contatto fisso con cinque case di riposo. “Le direttrici ci chiamano per andare e per tornare,” racconta Roger “E' bellissimo vedere come il Signore ha aperto le porte! Sono completamente aperti e possiamo condividere senza problemi il Vangelo in modo chiaro.” Andando nelle case di riposo si organizza una riunione aperta a tutti gli ospiti con canti, testimonianze, una scenetta evangelistica e una breve meditazione. Inoltre, si cerca di parlare personalmente con gli anziani. Quando vengono dei gruppi missionari dall’estero, una visita alle case di riposo è una tappa fissa del programma. “E' bello mettere gli anziani in contatto con i giovani e con altre culture. E soprattutto farli sentire il bellissimo messaggio del Vangelo in vari modi.”
Roger dice: “In realtà, possiamo dire che, solo svolgendo questo ministero, avremmo lavoro ogni giorno, perché le case di riposo della zona intorno a noi sono numerose, e noi ne copriamo solo una parte.”
Giuseppe parla!
“Molte volte siamo andati alla casa di riposo di un paese chiamato Celle e mi sono sempre avvicinato a un uomo in sedia a rotelle chiamato Giuseppe. Lui non parlava mai, il suo sguardo era sempre distratto e per quanto io gli facevo domande non rispondeva, era sempre lo stesso. “
“L'ultima volta che siamo andati, verso la fine del programma, mi sono sentito di parlare della morte e della mia esperienza quando è morto mio papà,” racconta Roger, “Ho parlato della pace che ho avuto sapendo che mio padre era andato con il Signore.”
“Mentre io parlavo, miracolosamente Giuseppe ha alzato lo sguardo e ha iniziato a fare un cenno con la testa per confermare ciò che stavo dicendo, e non solo, ha iniziato a parlare e a dire che ciò che veniva condiviso era vero! Alla fine del programma sono andato direttamente da lui e l'infermiera accanto a lui ha detto: ‘Guardi, lavoro qui da mesi e questa è la prima volta che lo sento parlare’. “
“Gli ho chiesto in modo diretto: ‘Credi che Gesù sia il figlio di Dio?’ Credi che Gesù sia morto per te sulla croce per pagare per i tuoi peccati?’ e lui rispose - SÌ - a entrambe le domande; ‘Certo che sì, ci credo!’ aggiunse. È stato un momento meraviglioso! Vedere come Dio ha miracolosamente aperto la mente di Giuseppe, per capire il Vangelo e anche per confessare con la bocca che Gesù è il suo Salvatore. Gloria a Dio!”
“Dopo siamo tornati molte volte, ma non ha più parlato. Abbiamo anche visto con una donna che non è molto lucida, come il Signore le apre la mente nel momento in cui noi condividiamo il Vangelo. Abbiamo visto più volte che gli anziani in quel momento sono lucidi, possono capire e ricevere il Signore.”
Accetta il Signore a 98 anni
In una delle altre case di riposo, c’è un altro Giuseppe un uomo di 98 anni. Roger racconta: “Lui è sempre lì, sorridente, capisce quello che stiamo condividendo ed è molto presente. Ad un certo punto ho capito spiritualmente che lui era pronto ed aveva accettato il Signore. Giuseppe ha dato il suo cuore al Signore a 98 anni! Non è mai troppo tardi! Con le lacrime agli occhi ci ha detto: ‘Per tutta la vita ho aspettato questo momento, ora so dove andrò per l'eternità’. Sentire queste parole è per noi una ricompensa per tutto il lavoro e gli sforzi fatti. Il lavoro fatto nel Signore non è invano. Celebriamo il fatto che Dio ha cambiato il destino eterno di Giuseppe!”
“Nelle ultime settimane abbiamo visto che Giuseppe non è più tanto sorridente e fisicamente non sta bene. Ci colpisce tanto,” condivide Roger “Ci sono tante persone che in un determinato momento hanno capito il Vangelo e poi dopo due, tre settimane non stanno più bene. Allora ho questo peso sul cuore di andare più spesso: queste persone hanno bisogno del Signore. Sono in una fase della vita in cui hanno bisogno. Tutti hanno questo bisogno, ma loro sono lì aspettando di morire. Questo mi colpisce tanto. Proprio come questi due Giuseppe, ci sono molti altri ospiti nelle case di riposo che aspettano di ascoltare il piano di salvezza, per questo il nostro impegno è di continuare ad andare e predicare il Vangelo.”